Il 6 ottobre, appresa la notizia della morte di Steve Jobs, ho scritto di getto un post su questo blog. Un post su Steve Jobs e Ignazio di Loyola. E’ stato letto in 1 giorno da circa 2.000 persone e ripreso e tradotto qua e là. Sì, l’ho scritto perché tutti i devices tecnologici che ho usato dal 1991 sono stati sempre e solo targati Apple, e dunque quest’uomo con le sue intuizioni da 20 anni ha segnato la mia esperienza.
Ma il mio intento, in realtà, era più profondo, pur nella brevità del post: leggere l’esperienza di Jobs a partire da una serie di considerazioni fondamentali sulla vita e sulle disposizione nei confronti di ciò che conta veramente. Molti hanno ben inteso quel che volevo dire. Altri si sono fermati alla superficie immaginando che intendessi “santificare” Jobs o che intendessi far “risalire a Sant’Ignazio da Loyola le sue idee”, come ha scritto Gianni Riotta. No, la mia non era né una boutade né una esagerazione, né la dichiarazione di una filiazione, ma una semplice riflessione.
In realtà la mia intuizione e il paragone con Ignazio di Loyola aveva come lontano background una riflessione di Umberto Eco che nel lontano settembre 1994 scriveva in una sua “Bustina di Minerva” de L’Espresso: il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti. Inutile dire che il verbo “risente” usato da Eco indica non una filiazione diretta, ma una assonanza di significato. Vi invito quindi a rileggere il suo testo per continuare a riflettere…
* Ecco il TESTO ITALIANO di Eco | THE ENGLISH VERSION is provided below *
Non si è mai riflettuto abbastanza sulla nuova lotta di religione che sta sotterraneamente modificando il mondo contemporaneo.
Il fatto è che ormai il mondo si divide tra utenti del computer Macintosh e utenti dei computer compatibili col sistema operativo Ms-Dos. È mia profonda persuasione che il Macintosh sia cattolico e il Dos protestante. Anzi, il Macintosh è cattolico controriformista, e risente della “ratio studiorum” dei gesuiti. È festoso, amichevole, conciliante, dice al fedele come deve procedere passo per passo per raggiungere – se non il regno dei cieli – il momento della stampa finale del documento. È catechistico, l’essenza della rivelazione è risolta in formule compensibili e in icone sontuose. Tutti hanno diritto alla salvezza.
Il Dos è protestante, addirittura calvinista. Prevede una libera interpretazione delle scritture, chiede decisioni personali e sofferte, impone una ermeneutica sottile, dà per scontato che la salvezza non è alla portata di tutti. Per far funzionare il sistema si richiedono atti personali di interpretazione del programma: lontano dalla comunità barocca dei festanti, l’utente è chiuso nella solitudine del proprio rovello interiore.
Si si obbietterà che, col passaggio a Windows (n.d.IppatsuMan: 3.1), l’universo Dos si è avvicinato alla tolleranza controriformistica del Macintosh. È vero: Windows rappresenta uno scisma di tipo anglicano, grandi cerimoni nella cattedrale, ma possibilità di subitanei ritorni al Dos per modificare un sacco di cose in base a bizzarre decisioni: in fin dei conti si può conferire il sacerdozio anche alle donne e ai gay.
Naturalmente cattolicesimo e protestantesimo dei due sistemi non hanno nulla a che fare con le posizioni culturali e religiose degli utenti. Ho scoperto un giorno che il severo e tormentato Fortini usa il Macintosh, cose da non credere. Però c’è da chiedersi se alla lontana, con il tempo e con le nespole, l’uso di un sistema piuttosto che l’altro non porti anche a profonde modificazioni interiori. Davvero si può usare il Dos e tifare per la Vandea? E inoltre: Céline avrebbe scritto con Word, Word Perfect o Wordstar? Cartesio avrebbe programmato in Pascal?
È il linguaggio macchina, che decide al di sotto del destino di entrambi i sistemi o ambienti che dir si voglia? Eh, quello è veterotestamentario, talmudico e cabalistico. Ahi, sempre la lobby ebraica…
THE ENGLISH VERSION:
The fact is that the world is divided between users of the Macintosh computer and users of MS-DOS compatible computers. I am firmly of the opinion that the Macintosh is Catholic and that DOS is Protestant. Indeed, the Macintosh is counter-reformist and has been influenced by the ratio studiorum of the Jesuits. It is cheerful, friendly, conciliatory; it tells the faithful how they must proceed step by step to reach — if not the kingdom of Heaven — the moment in which their document is printed. It is catechistic: The essence of revelation is dealt with via simple formulae and sumptuous icons. Everyone has a right to salvation.
DOS is Protestant, or even Calvinistic. It allows free interpretation of scripture, demands difficult personal decisions, imposes a subtle hermeneutics upon the user, and takes for granted the idea that not all can achieve salvation. To make the system work you need to interpret the program yourself: Far away from the baroque community of revelers, the user is closed within the loneliness of his own inner torment.
You may object that, with the passage to Windows, the DOS universe has come to resemble more closely the counter-reformist tolerance of the Macintosh. It’s true: Windows represents an Anglican-style schism, big ceremonies in the cathedral, but there is always the possibility of a return to DOS to change things in accordance with bizarre decisions: When it comes down to it, you can decide to ordain women and gays if you want to.
Naturally, the Catholicism and Protestantism of the two systems have nothing to do with the cultural and religious positions of their users. One may wonder whether, as time goes by, the use of one system rather than another leads to profound inner changes. Can you use DOS and be a Vande supporter? And more: Would Celine have written using Word, WordPerfect, or Wordstar? Would Descartes have programmed in Pascal?
And machine code, which lies beneath and decides the destiny of both systems (or environments, if you prefer)? Ah, that belongs to the Old Testament, and is talmudic and cabalistic. The Jewish lobby, as always….
PG says:
Non so, padre Spataro, non so come reagire a questo articolo.
Sinceramente trovo le allusioni di Eco ironiche, non credo ci sia nulla di serio in quanto affermato. O per lo meno non lo trovo io.
Paragonare due sistemi operativi alle religioni… non so.
Potrei aggiungere che Apple, con quello che costa, ha poco di cattolico… non è accessibile a tutti, mentre un PC Windows, che costa (diciamo) la metà, è più vicino alle “masse”.
Cosa risponderebbe Eco? :)
CC says:
Continuando per divertimento su questo filone non si può fare a meno di notare che con il suo Walled Garden la Apple si è molto calata nella parte del creatore (penso all’inizio della Genesi, se non si fosse capito). Ma i muri vanno abbattuti, buttiamolo giù, compriamo qualcos’altro meno comodo ma più libero. Che ironia che la mela della Genesi sia proprio il contrario della Apple.
George says:
Proprio oggi pomeriggio, riguardo a questo argomento , leggevo un post di Scott Richert su catholicism.about.com: http://catholicism.about.com/b/2009/01/24/are-macs-catholic.htm. Sinceramente trovo lo scritto di Eco un po’ ardito… e un poco troppo ironico (per non dire velatamente sarcastico).
Daniela says:
Grande Eco! Ironico come solo lui sa essere (la frase sul passaggio a Windows mi ha fatto venire le lacrime agli occhi!). Effettivamente mi sembra che del vero ci sia e, forse, proprio per questo io da un orgoglioso passato valdese sono arrivata a una dimensione di non credente. Così dal 1992 mi godo con tranquillità i miei computer Apple, veri pezzi della mia vita!!!
Pjt says:
Eco dimostra di capirci poco di computer (ed anche di fede, secondo me). Accostare il PC al protestantesimo, con i Mac come cattolici ortodossi vuol dire capovolgere completamente l’impostazione che sta sotto la filosofia ispiratrice dei due sistemi. Tremo al pensiero di come avrebbe travisato il soft open source…
gianmi says:
… quando passai definitivamente al Mac, liberandomi definitivamente di Windows, notai come il sistema fosse “incorruttibile” e “stabile” e da lì guadagnai tanto di serenità e tempo prezioso in ambito lavorativo. Direi che “ora et labora” sia lo slogan più adatto per chi usa Mac. Il sistema windows aveva sempre bisogno di un esorcismo continuo che iniziava da una “schermata blu” di preavviso dopo un interminabile avvio e la terrificante scritta “Error System” ormai sostituiva lo screensaver . Infondo era una scoppiazzatura di un mac mal riuscito quindi volutamente venduto a prezzi bassi per impallinare più pazienze. Windows serve solo per giocare e per il tempo libero… Insomma, se lo chiamano Wizozz… c’è un motivo…ma NON religioso.
don Vito says:
Mi chiedo, a questo punto, Linux e Ubuntu, in quale dei due rami s’inseriscono. Forse sono come gli “occupanti di wall street”? Comunque, bella questa sorta di sinossi tra Sant’Ignazio e Jobs. Come vedete, stiamo sulle spalle dei giganti.
Fernanda says:
Caro padre Antonio,
desidero ringraziarla per il suo blog Cyberteologia. Molto bello il particolare dell’immagine della Creazione. Grazie per le sue riflessioni e per il contributo di ricerca continua sul mondo della comunicazione. Sono una Figlia di San Paolo, giornalista, e svolgo il mio impegno apostolico a Palermo.
Con cordialità
suor Fernanda Di Monte
ps. Auguri sinceri per il suo nuovo impegno come Direttore della Civiltà Cattolica che seguo regolarmente
Pietro Abate says:
Liberi pensatori in " attacco"!