Ecco farsi avanti un rischio rilevante per l’uomo d’oggi nel momento in cui la Rete sta diventando un luogo rilevante per accedere alla conoscenza.  Sia i social network come Facebook sia i motori di ricerca come Google conservano le informazioni delle persone che li frequentano, e questi dati sono utilizzati per dirigere le risposte o gli aggiornamenti circa i contatti personali.

È come se Google costruisse il nostro profilo di interessi sulla base dei nostri accessi alla rete, dei siti che visitiamo, di cosa ci interessa di più. E tutto questo
viene analizzato, in maniera anonima, attraverso degli algoritmi di riferimento, per cui le nostre ricerche non sono mai neutre, o basate su criteri esclusivamente oggettivi, ma sui nostri interessi specifici. Sono quindi orientate sul soggetto e dunque soggetti diversi ottengono risultati differenti.

Il vantaggio è immediato: arrivo subito a ciò che presumibilmente mi interessa di più perché Google mi ‘conosce’ e mi suggerisce cosa possa attirarmi maggiormente. Ma d’altra parte c’è un grande rischio: quello di rimanere chiusi in una sorta di ‘bolla’, per cui io non sono più in grado di accedere a ciò che non corrisponde alla mia figura e ai miei interessi, cioè a ciò che esprime un’opinione diversa dalla mia. Quindi, alla fine, io sarò circondato da un mondo di informazioni che mi somigliano, rischiando di rimaner chiuso alla provocazione intellettuale che proviene dall’alterità e dalla differenza

Il rischio è evidente: perdere di vista la diversità, aumentare l’intolleranza, chiusura alla novità, all’imprevisto che fuoriesce dai miei schemi relazionali o mentali. L’altro diventa per me significativo se mi è in qualche modo simile, altrimenti non esiste. Come evitare questo rischio? Lettura consigliata: E Pariser, The Filter Bubble: What the Internet Is Hiding from You, Penguin Press, New York 2011.

  1. Stefano Armellin says:

    Come la storia insegna i rischi ci sono sempre stati anche in assenza di computer, già dimenticato ad esempio il Genocidio degli Armeni ? piuttosto è la trasparenza che facilita il controllo sociale ed evita le condizioni perchè il Genocidio si possa ripresentare; chi vive la fede cristiana come va vissuta non corre rischi; per chi non è cristiano c'è sempre il rispetto di un'Etica comune, una legge naturale propria di ognuno. Stefano Armellin

  2. Claudio Fraticelli says:

    Accolgo con interesse gli interrogativi di questo Post poichè porta l'attenzione sul fatto che la "società della conoscenza", con i suoi molti aspetti positivi, conduce ad una diversa e più complessa struttura del potere che trascende le forme fin ora conosciute (monarchia, aristocrazia o democrazia) rispetto alla quali siamo ancora impreparati a sviluppare "anticorpi". Il Vangelo di questa domenica sulle tentazioni a cui è sottoposto Gesù nel deserto può essere di stimolo a riflettere.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.