Offro qui una traduzione italiana di tre pagine del volume del Card. Christoph Schönborn Ziel oder Zufall?: Schöpfung und Evolution aus der Sicht eines vernünftigen Glaubens.  Le pagine presentano una sintesi estrema ma efficace del pensiero teilhardiano.

«È molto difficile che qualcuno abbia cercato di mettere insieme la conoscenza di Cristo e l’idea di evoluzione, come ha fatto lo scienziato e teologo p. Pierre Teilhard de Chardin, S. J. La sua affascinante visione rimane controversa e tuttavia rappresenta per molti una grande speranza, la speranza che la fede in Cristo e un approccio scientifico alla realtà del mondo possano essere insieme ricondotti ‘sotto un solo capo’, sotto Cristo ‘l’evolutore’. Teilhard ritiene che l’universo sia un immenso moto ascensionale verso una sempre più elevata complessità ed interiorità, dalla materia alla vita, allo spirito. Si tratta di un movimento finalizzato (e in ciò Teilhard si differenzia da chi ritiene l’evoluzione senz’alcuna direttrice), il quale va dalla geogenesi alla biogenesi e quindi alla psicogenesi. Questo movimento ascendente è tuttavia completato allorquando la “Cristogenesi” emerge dalla cosmogenesi. In quest’ascesa, l’evoluzione finisce di essere passivamente subita sino all’apparizione dell’uomo e raggiunge la fase di autoevoluzione. A sua volta, questa perviene all’apice con l’apparizione di Cristo. Egli diviene il centro visibile dell’evoluzione ed anche il suo fine, il “punto Omega”. Il Logos incarnato, che ad un certo punto si manifesta in forma visibile sull’asse evolutivo, era stato in precedenza l’invisibile “motore dell’evoluzione”. Cristo, alla testa del corpo cosmico, completa ogni cosa, guida ogni cosa e perfezione ogni cosa. “L’intero universo è ipso facto modellato dalla sua personalità, determinato dalle sue scelte e animato dalla sua forma.” Secondo Teilhard, Cristo diviene l’energia dello stesso cosmo. Poiché con l’Incarnazione Dio si è “immerso” nella materia, in essa e dal cuore di essa egli realizza “la guida e la pianificazione di ciò che noi oggi chiamiamo ‘evoluzione’.” L’Incarnazione determina una sorta di “Cristificazione” del cosmo.

Teilhard del Chardin pone anche la Croce di Cristo all’interno di questa prospettiva. Essa diventa la molla per il superamento di ciò che manca allo sviluppo cosmico. Infine, con la sua Resurrezione, Cristo, svincolato da ogni restrizione alla sua potenza e all’efficacia della sua azione, è in grado di guidare lo sviluppo cosmico verso il punto omega, l’ultima “amorizzazione” (trasformazione in amore) del mondo, che sarà perfetta nella Parusia, il ritorno di Cristo.

Questi brevi riferimenti a Teilhard non possono rendere giustizia ai suoi sforzi. Il fascino che Teilhard de Chardin ha esercitato su un’intera generazione derivava dalla sua maniera sicura di guardare nello stesso tempo alla scienza e alla fede cristiana. Questa visione unitaria, in cui egli si è proposto di far coesistere la scienza naturale e la fede cristiana, era ovviamente problematica. I critici hanno mostrato che non poteva rendere completa giustizia ad entrambe. La sua visione evolutiva di un moto verso l’alto, che produce incessantemente forme sempre più elevate, è frutto di una speculazione filosofica più che di una teoria scientifica. D’altro canto, la sua “naturalizzazione” di Cristo come forza direttrice nell’evoluzione è andata ad imbattersi in contraddizioni di natura teologica. Malgrado le critiche da entrambi i lati, molte persone sono riuscite a cogliere le sue preoccupazioni e le hanno apprezzate. Colpisce soprattutto il modo in cui egli fu affascinato dal Cristo. Il suo amore per Cristo lo fece entrare in una sorta di “mistica dell’evoluzione”. In ciò egli è ben lontano dalle concezioni materialistiche dell’ “evoluzionismo” oggigiorno diffuso.

Per la nostra tesi, è importante che Teilhard de Chardin abbia osato un’impresa che era nello stesso tempo piena di rischi e tuttavia necessaria. Il modo in cui la fede cristiana considera l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo divenne per lui la visione ispiratrice della sua ricerca e del suo pensiero di scienziato della natura. D’altra parte, egli ha costantemente aperto la sua attività di ricercatore scientifico al vasto orizzonte dischiuso per lui dalla sua fede cristiana.

È vero che la fede e la scienza dovrebbero essere distinte una dall’altra. Però è anche vero che esse non dovrebbero essere separate. La scienza ha bisogno dell’ampio orizzonte della fede. Attraverso la sua opera, Teilhard de Chardin ha aiutato molti scienziati a superare il pregiudizio che la fede ostacoli la scienza. La fede in Gesù Cristo, in cui tutti i tesori di saggezza e conoscenza sono nascosti (cfr. Col 2, 3), non priva la scienza né della sua libertà né del suo slancio, né della sua onestà né del suo entusiasmo, – al contrario, e in realtà, li rafforza ulteriormente»

 

  1. paolo callari says:

    Peccato che l’opera sia solo in tedesco.
    Ma codeste poche righe che lei riporta e la figura, funzione matematica,
    rinnovano la fede che Giona aveva riposto sull’ Amore di Cristo per Ninive.
    Nei secoli dei secoli.
    Paolo Callari, da Siracusa.

  2. Mattia De Giosa says:

    Interessante l’articolo, ma come sempre, ormai da tanti anni, si menziona il pensiero di Teilhard de Chardin, se ne prende quanto basta per portare avanti un discorso, e lo si lascia in quello che è stato il suo triste destino.
    Mi spiego meglio. Quest’anno, esattamente il 30 Giugno ricorre il cinquantenario della pubblicazione del ‘Monitum’ che l’allora Sacra Congregazione del Sant’Uffizio emise nei confronti delle opere di Teilhard de Chardin (1962). Visto il cambiamento che si è prodotto sia sul versante cattolico con l’impatto che il Concilio Vaticano II, ha avuto sull’opinione pubblica cattolica, vista anche la minor diffidenza che la Chiesa Cattolica prova nei confronti di ipotesi evoluzionistiche, ed infine vista anche la minor tensione che oggi vige su posizioni che possono assomigliare (anche se non lo sono) a forme di comunismo sociale; credo debba essere sostenuta da parte di tutti la richiesta di REVOCARE UFFICIALMENTE il ‘Monitum’ che pende sulle opere di Teilhard de Chardin, così da rendere onore alla memoria di un uomo, sacerdote e gesuita, che ha dato tanto al pensiero occidentale contemporaneo, e da cui si è preso sempre poco, quel tanto che basta per fare una citazione.
    Credo che il frutto del pensiero teilhardiano non è ancora stato colto nella sua portata ‘rivoluzionaria’ che sicuramente potrebbe cambiare lo “sguardo sul mondo” che le future generazioni potranno avere.
    Per queste motivazioni sono a richiedere a Lei, padre Spadaro, che faccia sentire la Sua autorevole voce, se necessario instradando una richiesta, secondo l’iter richiesto dalla normativa ecclesiastica, perchè si riveda la posizione che la Chiesa ha assunto nei confronti di Teilhard de Chardin, il cui pensiero non potrà che apportare benefici a quella umanità tutta che la Chiesa Cattolica vuol rappresentare.
    Sono comunque a ringraziarLa per le Sue tante attività che seguo con interesse.

  3. Pietro Abate says:

    Gentilissimo Direttore, La ringrazio di cuore. Per intuito da sempre sono convinto che la Chiesa tutta, come fa il Cardinale Christoph Schonborn, deve conoscere e far conoscere al mondo intero p. Pierre Teilhard de Chardin. Nella sua mente e nel suo cuore, per Grazia, gli è stato rivelato il mistero dell' universo e dell' incessante moto ascensionale verso la Parusia. Dalla geogenesi alla biogenesi alla psicogenesi. E quindi, grazie all' Incarnazione, alla Cristogenesi. La scienza guidata dalla fede, realizza una umanità più umana e autentica. Per errori e correzioni si procede verso il Centro. La civiltà dell'amore. E' già qui nel cuore pentito e umiliato… Buona Quaresima a Tutti !.

  4. Angela Muscarella says:

    "« Credo che l'Universo sia un'Evoluzione. Credo che l'Evoluzione vada verso lo Spirito. Credo che lo Spirito si compia in qualcosa di Personale. Credo che il Personale supremo sia il Cristo-Universale ».
    (Teilhard de Chardin "In che modo io credo", 1934).

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